Ammessa la sperimentazione in campo delle piante oggetto di Tecniche di Evoluzione Assistita

La sperimentazione in campo delle piante ottenute grazie alle TEA permetterà di valutarne la concreta capacità di sopravvivenza e sviluppo e aprire a coltivazioni resistenti a malattie, parassiti, condizioni climatiche sfavorevoli.

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 68/2003 di conversione del D.L.39/2023, il cosiddetto Decreto Siccità.

Qui ci soffermiamo su un emendamento che si occupa del tema delle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea) al riguardo della coltivazione delle piante.

L’art. 9 bis inserito con la legge di conversione prevede che le piante ottenute in laboratorio grazie alle suddette Tecniche di Evoluzione Assistita possano poi utilizzate per la sperimentazione in campo, e quindi introdotte nell’ambiente, previa specifica autorizzazione.

Fino all’emanazione di questa legge era possibile utilizzare questa tecnica solamente a livello di studi e sperimentazioni in laboratorio ma non era consentito utilizzare le piante così ricavate per la coltivazione in campo, in particolare per il divieto di utilizzo degli Ogm previsto dalla legislazione italiana, a cui la Tea era equiparata. L’articolo di legge appena adottato supera almeno temporaneamente per le Tea le procedure e i limiti previsti per gli organismi geneticamente modificati.

La differenza tra OGM e TEA sta nel fatto che negli OGM il DNA delle piante viene modificato con l’inserimento di geni di provenienza esterna, mentre con le Tecniche di Evoluzione Assistita si utilizzano geni della stessa specie delle piante modificate, senza quindi l’uso di specie estranee a quelle oggetto di intervento.

La norma consente tale pratica fino al 31 dicembre 2024, poiché si attende l’emanazione di una apposita disciplina da parte dell’Unione Europea, disciplina che quindi supererà e sostituirà quella di matrice nazionale – ci si attende dunque l’emanazione di un Regolamento direttamente applicabile nel territorio degli Stati Membri).

L’articolo introdotto consente che i risultati finora raggiunti in Italia riguardo alla selezione di piante resistenti a malattie e parassiti e con caratteristiche di migliore qualità e resistenza anche alla siccità, finora rimasti solo a livello di attività di laboratorio, possano essere ora testati anche in campo. Se anche questa fase confermerà la bontà delle piante selezionate, si potrà avviare un percorso di produzione di dette piante.

Il precorso è rilevante poiché la legislazione attuale, se da un lato non consente coltivazioni OGM, consente però l’acquisto e la commercializzazione di simili prodotti, comportando di fatto che sia possibile l’acquisto e la commercializzazione di OGM prodotti all’estero ma non in Italia e in UE.

L’adozione di una regolamentazione europea sul tema, oltre a uniformare le norme in tutto il territorio UE, consentirebbe di procedere nella ricerca e, auspicabilmente, arrivare alla commercializzazione di prodotti che possano concorrere con prodotti sottoposti a editing genomici già presenti sul mercato.

Foto di Francesco Gallarotti.
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